domenica 27 gennaio 2008

Grindhouse: Death Proof



Ho sempre pensato che la sperimentazione fine a se stessa abbia veramente senso solo là dove provoca una scossa, una frattura, un’inversione di rotta, dove sonda territori inesplorati. In tutti gli altri casi, il contenuto di una qualsiasi opera artistica, cinematografica, musicale o letteraria che sia, è dal mio punto di vista (e secondo il mio personale gusto) un fattore troppo importante per passare in secondo piano. Un libro senza una storia convincente mi annoia; un disco di svolazzi elettronici mi indispone; un film che fa del citazionismo (e dell’autocitazionismo) la sua unica ragion d’essere mi fa incazzare. E mi fa incazzare ancora di più se a scriverlo e girarlo è uno dei registi che più ammiro in assoluto.
Perdonatemi miei cari tarantiniani, ma, per citare il caro ragionier Fantozzi Ugo, Death Proof è una cagata pazzesca. Mi direte che non ne ho capito lo spirito, il vero senso. Non credo.
Tarantino toppa ovunque e, cosa più grave di tutte, fallisce clamorosamente proprio là dove avrebbe dovuto riuscire meglio. Ciò che ha sempre reso unici i film di Tarantino sono i dialoghi serrati, fatti di rapidissimi botta e risposta, infarciti di citazioni, di doppi sensi. I dialoghi di Death Proof sono solo interminabili, di qualità infinitamente inferiore a quelli, tanto per citarne alcuni, che hanno reso immortali film come Le iene o Pulp Fiction. Ma soprattutto Death Proof non ha una trama. Un conto è scrivere una storia assurda e totalmente inverosimile: Kill Bill era un film delirante, ma aveva una forza e una genialità intrinseca indiscutibile. La trama di Death Proof è semplicemente assente. Stendo un velo pietoso sulla caratterizzazione dei personaggi: chi sono costoro? Che cazzo ci stanno a fare lì? Death Proof è puro esercizio di stile, senza capo né coda, senza un perché.
Questa non è genialità tarantiniana, è solo un giochino senza regole. Infinitamente meglio Planet Terror, vero b-movie ultratrash che fa della totale assurdità la sua ragion d’essere. Ma lì una storia, per quanto folle sia, esiste.
Faccio veramente fatica a trovare qualcosa di salvabile in questo film: qualche buona intuizione, un paio di scene ispirate, lo sceriffo e il figlio numero uno… e poi? Cosa resta di Death Proof?
Ti prego Quentin, non farlo più.

10 commenti:

Anonimo ha detto...

Visti entrambi. Due film mediocri che se non fosse per i registri e gli attori presenti non si sarebbe scagazzato nessuno.
Detto questo ho preferito quello di Tarantino che almeno aveva delle belle scene di inseguimento. (oltre che Rosario Dawson), E poi Stuntman Mike è il nome più bello del mondo.
E poi obiettivamente il Carrish (Kurt Russel) erano mille anni che non faceva un film.
E poi se volevo vedermi un bello splatter mi ritiravo fuori Toxic Avenger o Splatter.
Bellali,
Zesh

Anonimo ha detto...

Caro re ratto, hai fatto due o tre gravi errori che stanno alla base dell'analisi di DP e forse acnhe di qualsiasi altro film. Primo gravissimo errore: non averlo visto al cinema; secondo altro grave errore: paragonarlo ai film precedenti. Terzo: crearti delle aspettative esagerate. E poi è inevitabile che te lo dica: non hai capito il senso del film semplicemente perchè non ne ha, è un film inutile,senza scopo, uno sketch da inserire in un film, "come si fa a fare un film senza scopo?" ecco che Tarantino lo realizza senza mai annoiare, tirandoti dei pugni di adrenalina pura, facendoti un po' attizzare con della super passera e raccontandoti a suo modo un personaggio folle che non ci interessa veramente, un Kurt Russell perfetto, che muore senza motivo e senza che nessuno se lo aspetti. Un film tamarro dove ci sono macchine, azzeccatissima musica, figa (la lap dance è mondiale) e dialoghi sboccati, sangue e velocità. Una regia al solito esemplare. Una goduria per chi come me ama il nonsense e il tarantino anche inutile.

Re Ratto ha detto...

Permettimi di risponderti errore per errore:
1- Punto a tuo favore
2- Death Proof è un film mediocrissimo di per sé, figurarsi poi se lo si paragona ai precedenti capolavori
3- Trattandosi di Tarantino è inevitabile! E' come se Palahniuk scrivesse un libro illeggibile: ci rimarrei doppiamente di merda!

Un film di due ore e passa che non ha alcun senso per me è semplicemnete un brutto film. Se voglio vedere della passera vado su youporn, se voglio degli inseguimenti mozzafiato guardo altro. Il nonsense lo cerco in film che mi facciano ridere, roba alla Monty Python, non di certo Death Proof. Io da Tarantino pretendo genialità.

Re Ratto ha detto...

In ogni caso, riguardo al discorso cinema-non cinema sai come la penso. Se un film fa cagare, fa cagare sia che lo si veda al cinema che su dvd. Il cinema è un valore aggiunto, non un metro di giudizio.
Poi è ovvio che preferisco uno schermo di venti metri con un impianto audio della madonna, ci mancherebbe

Anonimo ha detto...

e tu lo sai come la penso io. Gli elemienti che rendono un film e in particolare anche Death Proof divertente si amplificano proprio al cinema dove vedi fighe giganti, bella musica e inseguimenti mozzafiato giganti. io mi aspettavo proprio quello che avevanno annunciato, due film del cazzo, di serie b o c, come appunto nelle Grindhouse americane, dove proiettavano film monnezza. Death proof è un film monnezza girato da Tarantino, perfetto.

Anonimo ha detto...

Ognuno pensa quel cazzo che vuole, non vedo però per quale astrusa ragione non si dovrebbe fare il paragone coi film precedenti di un regista.
In ogni caso, posto che guardo b-movie dell'orrore anni '70 e '80 come un cretino e che quindi è un genere che amo, Planet Terror è forse più riuscito, perché preme sull'acceleratore del weird in maniera più efficace, diventando così un omaggio, volutamente eccessivo, ai film low-budget.
Death Proof non incide come dovrebbe, in particolar modo nei dialoghi, in passato perle dei film di Tarantino e qui a volte un po' ripetitivi...
In sintesi, Stuntman Mike è un bel personaggio, la fine ci sta tutta etc, però...
Però.
Però è il primo film di Tarantino in cui mi vengano dei però.
E non c'entra il genere, perché come già giustamente detto pure Kill Bill omaggiava i b-movie di arti marziali, ma lo faceva con la cifra stilistica di Tarantino, qui un po' sbiadita...

Anonimo ha detto...

si sapeva già dai rumours e dalle dichiarazioni dei registi che il progetto Grindhouse era un'idea estrema partorita per fare qualche soldo, divertimento e tergiversare in attesa di idee più illuminate. Allora dico che era giusto aspettarsi un prodotto sui generis non paragonabile neanche alla lontana con Kill Bill un vero manifesto del cinema tarantiniano. Insomma la cagata voluta senza senso per me è studiata. Ed è stata divertente, se poi si vuole esaminare il tutto con una lente trovata nel Mereghetti allora è ovvio che non si può parlare si capolavoro.

Anonimo ha detto...

Però si poteva fare lo stesso film, utilizzando ad esempio dialoghi più forti.
Non credo che a Tarantino siano venute idee fichissime per i dialoghi, e abbia pensato:
"Ah, no, questo è troppo bello, non lo posso mettere in un b-movie, uso un dialogo meno impattante...".
Semplicemente penso fosse meno ispirato del solito, e si vede.
Credo questo sia innegabile (oltre che ampiamente condiviso, a quel che ho letto in giro).

Anonimo ha detto...

Concordo sul fatto che non possa essere paragonato ai film precedenti. Sono entrambi due film secondo me fatti per far ridere o quanto meno sorridere, dalle trame all'azione agli schetches.
Tra l'altro mi vien da piangere a pensare quanto cazzo si saranno divertiti a girarli.....
Per quello che riguarda i testi non mi sembra però che fossero così marci (in inglese), certo non all'altezza di pulpfiction, ma comunque sopra la media. Non vorrei che la traduzione italiana gli avessi azzoppati.
Zesh

Re Ratto ha detto...

Dal mio punto di vista "Planet Terror" centra pienamente l'obiettivo che si prefiggeva, "Death Proof" no. Con le dovute distinzioni del caso, anche "Dal tramonto all'alba" (pur basandosi su un concetto assai differente) era un film volutamente nonsense, ma vuoi mettere?