lunedì 25 ottobre 2010

A volte ritornano


Segnalo con grande piacere che, con soli 4 anni di ritardo rispetto all'uscita nelle sale inglesi, qualcuno (Officine blu) si è preso la briga di distribuire This is England (di cui parlai molto brevemente qui) anche in Italia, a partire da dicembre.
Spero possa essere una buona occasione per far conoscere il cinema di Shane Meadows a chi non ha mai avuto la fortuna di imbattersi in uno dei suoi film (per chi fosse interessato, di recente ho recensito anche l'ottimo Dead Man's Shoes).

giovedì 21 ottobre 2010

New adventures in ebook*

Avevo in programma di scrivere un post di aggiornamento sulla situazione ebook in Italia ma, visti gli ultimi sviluppi della vicenda, non credo ne valga la pena.
La discesa in campo di Mondadori e del consorzio eDigita non ha fatto altro che confermare in pieno tutti i nostri timori: l'accoppiata DRM + prezzi alle stelle è ormai una triste realtà e noi non possiamo far altro che constatare come la politica adottata dai Grandi Antichi dell'Editoria sia, com'era facile prevedere, votata alla difesa a oltranza del cartaceo ai danni del digitale, percepito più come un fastidio necessario che come reale opportunità di ampliamento del mercato.
Ci dicono che il DRM è necessario per salvaguardare il diritto d'autore: peccato che sia lesivo di quelli dei lettori. Sì, proprio di quelli che vi pagano gli stipendi. Come la mettiamo?
Per chi volesse addentrarsi nei dettagli, segnalo questo articolo del Duca, sempre preciso, puntuale e abbondante nelle sue analisi: personalmente non ho nient'altro da aggiungere.

Quello che invece vorrei segnalare sono un'anomalia e una novità.

L'anomalia è rappresentata da Marsilio che, nonostante si sia anch'essa piegata alla ridicola e masochistica pratica del DRM, ha debuttato nel mercato digitale proponendo ebook al prezzo fisso di €4,99. Strategia di marketing a breve termine (ma in tal caso forse sarebbe il caso di pubblicizzarla come dio comanda: sul sito Marsilio gli eBook nemmeno compaiono) o reale intenzione di mantenere i prezzi entro limiti accettabili? Ai posteri l'ardua sentenza, nel frattempo è possibile accaparrarsi buoni titoli a prezzi interessanti (per esempio Lasciami entrare di Lindqvist), e di questi tempi è cosa buona e giusta. Si dirà “eh, ma la trilogia di Millennium è uscita fin in edicola, facile metterla a meno di 5 euro per guadagnarsi l'etichetta di Editore Lungimirante”. Vero. Ma, giusto per citarne uno, La principessa di ghiaccio di Camilla Lackberg in tascabile non ci è ancora andato. E costa €18,50.

Passiamo alla seconda segnalazione: Bookliners è un social network incentrato sulla lettura che sta facendo parlare di sé in queste ultime settimane. Non so se il loro esperimento di shared reading experience, così come lo definiscono loro stessi, sia destinato a ripetere i fasti di un aNobii, ma è indubbiamente un'idea interessante sviluppata con cognizione di causa. E a me piacciono le iniziative imprenditoriali dal basso sviluppate con cognizione di causa.

Di che si tratta? In soldoni, su Bookliners è possibile acquistare una versione digitale dei romanzi a disposizione (per ora non molti, a dirla tutta, ma si spera in un rapido ampliamento del catalogo) a prezzi contenuti, intorno ai 2 euro e 50. Questi “booklin” sono consultabili esclusivamente online, e dunque non trasferibili su eReaders, smartphones et similia. Una specie di pdf sfogliabile insomma. La particolarità del booklin è il suo essere interattivo a livello di testo: è possibile infatti sottolineare e commentare singole porzioni di testo, aggiungere note, e, da parte di autori e editori, contenuti extra (non solo testuali, ma anche audiovideo). Tutti contenuti che saranno poi condivisi tra coloro che hanno acquistato il libro in questione. Una possibilità, quella delle "note condivise", che permette di aprire nuovi scenari nel giovane universo del libro digitale.

Personalmente non amo i social network (non ho nemmeno un profilo su facebook: dopotutto, sono o non sono un ratto?) e considero la lettura un'attività piuttosto privata: 2+2 = Bookliners non fa per me. Ciò non toglie che il progetto abbia del potenziale e che sia come minimo meritevole di una segnalazione su queste pagine, per quanto possa servire.

Bene, e anche questa è andata. Ci risentiamo presto per parlare di The Prestige, di Cattedrale e, un giorno o l'altro, del Neuromante, se mai troverò il coraggio di scriverne qualcosa.

Buona serata rattacci, e mi raccomando, non fate i bravi, che è noioso.



*Sorry Antò, ti pago i diritti d'autore!

domenica 17 ottobre 2010

Hey tu porco levale le mani di dosso!


Era il 18 ottobre 1985 quando debuttò nelle sale italiane Ritorno al futuro, primo capitolo della trilogia che tutti noi ggiovani cresciuti negli anni 80 porteremo per sempre nel cuore.
Sono passati 25 anni e, per festeggiare degnamente la ricorrenza, a partire dal 27 ottobre i tre film culto di Robert Zemekis saranno disponibili in versione HD interamente rimasterizzata.
I cofanetti in vendita saranno due: un'edizione blu-ray standard e la Deluxe De Lorean Edition, che conterrà, oltre ai 3 dischi, un booklet di 24 pagine e un modellino della De Lorean!
Ma non è finita qui: il 27 ottobre, per un solo giorno, alcuni cinema italiani proietteranno infatti il primo capitolo della trilogia in digitale.
Tanti auguri a Marty, Doc, Biff e a tutti gli altri indimenticabili personaggi della miglior fantacommedia di sempre!

mercoledì 13 ottobre 2010

L'uomo che cadde sulla Terra: la rat-censione

Autore: Walter Tevis
Titolo: L'uomo che cadde sulla Terra
231 pagine, € 11
Edizione originale: 1963
Edizione italiana: minimum fax, 2006

È mattina presto quando, dopo tre chilometri di cammino, Thomas Jerome Newton giunge nella piccola cittadina di Haneyville, Kentucky, e si reca in un negozio per vendere un anello a un prezzo di molto inferiore al suo valore. Non ha importanza, perché di anelli così ne ha portati a centinaia dal luogo da cui proviene. Dal pianeta sul quale è nato. Sì, perché Thomas Jerome Newton, un metro e novanta per quarantacinque chili, capelli albini, tratti delicati, quasi femminei, quattro dita per piede ma niente denti del giudizio, non è un essere umano. Nato sul pianeta Anthea, la cui popolazione è stata ridotta a poche centinaia di unità dalle armi nucleari utilizzate in numerose guerre, è giunto sulla Terra con un unico scopo: raccogliere più denaro possibile grazie alle superiori conoscenze tecnologiche della sua razza e costruire una navicella in grado di trasportare gli antheani sopravvissuti sul nostro pianeta. Per salvare le loro vite e quelle degli esseri umani, sempre più prossimi a ripeterne gli errori, sempre più vicini all'estinzione.

L'uomo che cadde sulla Terra non è un romanzo particolarmente originale. Non verrà ricordato per le ardite sperimentazioni linguistiche o lessicali, e nemmeno per gli insospettabili colpi di scena. La trama è semplice e gli sviluppi lineari, non certo degni di un film di Christopher Nolan. Tuttavia quella che ci racconta Walter Tevis è una storia che valeva la pena di essere raccontata, e che merita di essere letta. È la storia di Thomas Jerome Newton, un essere umano, ma non esattamente un uomo: sottoposto a un durissimo addestramento fisico e psicologico in vista della sua missione, Thomas scopre di essere a malapena in grado di sopportare la forza di gravità terrestre, di gran lunga superiore rispetto a quella presente sul suo pianeta natale. Per il suo fisico oltremodo esile ogni passo è terribilmente faticoso, ogni sobbalzo è fonte di dolore acuto, e un ascensore troppo brusco potrebbe causare una frattura delle sue fragili ossa.

Thomas ha imparato la lingua inglese e i fondamenti base della nostra società e cultura grazie alle trasmissioni televisive captate su Anthea, ma nulla lo poteva realmente preparare al contatto umano: gli esseri umani, le loro abitudini, i loro vizi sono al tempio stesso fonte di grande curiosità e di timida diffidenza. Il divario intellettuale e culturale che lo separa da questi strani esseri è enorme, e ciononostante Thomas inizia timidamente ad apprezzarne la compagnia: in particolare quella di Betty Jo, giovane donna con problemi di alcol che si prende cura di lui dopo un grave incidente che lo costringe a letto. È grazie a lei che Newton impara sugli essere umani una quanità di cose su alcuni aspetti della società americana che la televisione non gli aveva rivelato. Ed è grazie a lei che inizia ad apprezzare l'alcol, l'unica via per manifestare i sentimenti inibiti alla sua specie. Per schiudere, cioè, la corazza di solitudine emotiva in cui si è rinchiuso, e che nemmeno l'amore unilaterale di Betty Jo, l'infantile ragazza del Kentucky in cui si imbatte, riesce a violare.

Uno dei temi dominanti del romanzo è sicuramente quello del denaro: il denaro che Newton, grazie ai brevetti di straordinarie invenzioni portati con sé da Anthea, accumula a una velocità impressionante, il denaro che è l'arma più efficace tra gli umani, unico mezzo di cui Newotn, non incline al contatto diretto, dispone per allestire strutture economiche capaci di convincere. Il denaro alla base di tutti i rapporti umani che Newton tenta faticosamente di imbastire: con l'avvocato Farnsworth, che lo aiuterà a fondare la società World Enterprises; con la stessa Betty Jo, stipendiata per occuparsi di lui durante la convalescenza prima, per diventare la sua governante poi; e con i collaboratori/dipendenti che lo aiuteranno a costruire l'astronave che, nei suoi piani, dovrà trasportare gli ultimi Antheani sulla Terra. Tra loro Nathan Bryce, il primo a scoprire la vera natura di Newton, forse l'unico col quale l'alieno riuscirà ad instaurare un rapporto di “amicizia”.

E poi c'è la missione, lo scopo del suo viaggio intergalattico: ma Newton si renderà ben presto conto che non può esserci salvezza per il suo popolo sulla Terra, tra gli umani, formiche lucenti, indaffarate, stupide. Una razza irrimediabilmente corrotta e votata all'autodistruzione. Una razza che, come è facile immaginare, lo tradirà, condannando lui all'esilio eterno, gli Antheani e se stessa all'estinzione: Questo mondo è destinato alla distruzione, come Sodoma, e io non posso farci niente.

L'uomo che cadde sulla Terra è una storia amara, a tratti disperata, metafora politica unita a metafora di una condizione esistenziale. Walter Tevis ce la racconta con uno stile semplice, privo di fronzoli, che non si concede mai al virtuosismo fine a se stesso: una scrittura lieve come i passi di Thomas Jerome Newton, e altrettanto fragile e carica di un pesante fardello.


Note e curiosità
  • Il romanzo fu originariamente pubblicato sul numero 694 di Urania (11 aprile 1976). 
  • Le parti in corsivo sono citazioni dal testo di Walter Tevis e dall'introduzione di Valerio Evangelisti.
  • Dal romanzo di Walter Tevis è stato tratto l'omonimo film Di Nicolas Roeg (1976): Thomas Jerome Newton è interpretato da David Bowie. Di seguito il trailer originale.



martedì 12 ottobre 2010

Andiamo a vedere Buried?


Come anticipato sulle pagine di Malpertuis, devo farmi perdonare il pacco tirato a Elvezio e altri loschi figuri settimana scorsa in occasione della proiezione di La Horde.
Propongo dunque di radunare un gruppetto di ratti milanesi e di seppellirci per 90 minuti  insieme a Ryan Reynolds sotto il deserto iracheno.
Come date propongo lunedì 18 o giovedì 21: generalmente preferisco il primo spettacolo serale, così da poter eventualmente bere una birretta insieme dopo il film senza fare troppo tardi.
Aggiornerò il post non appena si saprà in quali sale verrà proiettato il film e gli orari degli spettacoli.
Che ne dite?

Per chi volesse saperne di più sul film di Cortés, ecco qualche link utile:
il sito ufficiale
la pagina su imdb
Buried su Wikipedia

venerdì 8 ottobre 2010

Coming Soon

Sono stati giorni un po' concitati, ma non ho dimenticato gli impegni presi coi miei 22 24 affezionatissimi follower!
Come era ovvio che fosse, da quando ho aumentato la frequenza degli aggiornamenti (e approfondito alcuni temi) nuovi Ratti hanno iniziato a fare capolino nella Tana, tutto a vantaggio del mio ego bisognoso di rassicurazioni :-)
Ma siccome mi conosco e so quanto riesco a essere pigro e discontinuo, metto per iscritto un elenco dei post che bollono in pentola, così che, nel caso non mantenessi gli impegni presi, possiate fustigarmi pubblicamente.
Un po' come Silvio e il suo contratto con gli italiani.
Dunque, prossimamente si parlerà di:
Neuromante
The Prestige
Mondadori, Biblet & affini
Inception (forse: troppi ne stanno già parlando)
L'uomo che cadde sulla terra

And that's all folks, buon weekend a tutti.

martedì 5 ottobre 2010

Lesson Learned: il video

E' Lesson Learned il quarto singolo tratto da Black Gives Way to Blue, primo album degli Alice in Chains post Layne Staley.
Diretto da Paul Matthaeus, ovvero il padre delle sigle di Dexter, True Blood e Six Feet Under, il video, interamente in stop motion, è composto da oltre 6.000 immagini statiche.
Enjoy.

lunedì 4 ottobre 2010

Ipse dixit

«Per un anno tutti i libri siano pubblicati senza il nome dell’autore (e senza quello dell’editore, senza fascette ecc*), di modo che critici e lettori si confrontino davvero con i contenuti e non con le mode.»
Michel Foucault

*Nota del Ratto

domenica 3 ottobre 2010

Marketing alla riscossa!



Come sapete mi occupo di marketing editoriale: inevitabile che, quando entro in libreria, il mio sguardo saetti qua e là tra gli scaffali alla ricerca di qualche spunto per il mio lavoro. Dal momento che, generalmente, in libreria vesto i panni del lettore, della vittima dell'altro me, ne farei volentieri a meno, ma è un riflesso condizionato, non posso farci nulla.

Tra gli strumenti di noi marketingari che, come lettore, ho sempre odiato più di tutti ci sono le fascette. Quelle orribili strisce di cartoncino flessibile giallo che soffrono di ipetrofia esponenziale (ormai non ne esiste una che sia alta meno di dieci centimetri) e che di solito riportano orrende frasi di stampa estrapolate da chissà quale recensione/marchetta o le più classiche leccate di chiappe del compagno di merende di turno (sospetto che alcuni scrittori lo facciano come secondo mestiere, tipo che la mattina scrivono romanzi, il pomeriggio fascette). O, ancora, sulla rassicurazione dovuta al successo condiviso: UN MILIARDO DI COPIE VENDUTE, VENTI EDIZIONI IN TRENTA SECONDI! Roba da starci ad almeno 10 metri di distanza.

Stamattina mi sono recato in una delle tante librerie Feltrinelli di Milano. Per la cronaca, ho acquistato Cattedrale di Raymond Carver e L'uomo che cadde sulla terra di Walter S. Tevis, entrambi in edizione tascabile. Il primo nella nuova edizione BEAT (quella Minimum Fax è ormai introvabile) riporta in copertina una frase di Rushdie (“Leggetelo. Leggete ogni cosa che Carver ha scritto”), e va bene, ci può stare. Il secondo, meglio ancora, nulla (ma copertina e veste grafica sono davvero orrende).

So far, so good: avrete capito che il motivo di questo post è altro. Difatti, mentre mi aggiravo tra gli scaffali alla ricerca dell'irreperibile 1974 di David Peace (Caro Signor Meridiano Zero, mi piacerebbe tanto iniziare la lettura del Red Riding Quartet da principio, lo ristampiamo per favore? Altrimenti, glie lo dico subito, me lo scarico da Gigapedia in lingua originale) mi è cascato l'occhio sulla nuova edizione Oscar Mondadori di Orgoglio e pregiudizio. Sulla copertina, in bella vista, campeggiava un bollo rosso con il seguente slogan:
I LIBRI PREFERITI DI BELLA E EDWARD (gli altri due, a quanto pare, sono Romeo e Giulietta e Cime tempestose).
Confesso di averci messo qualche secondo a realizzare chi sono Bella e Edward. Siamo passati al livello superiore: spacciare letteratura al chilo facendo leva sui consigli di lettura di personaggi immaginari. Anzi: sulle pulsioni erotico-romanticheggianti di due vampiri sessualmente repressi.
Sono rimasto indietro, urge un corso di aggiornamento professionale.

Smaltito l'attacco di vertigini, mi dirigo verso la cassa quando, senza alcun preavviso, il mio sguardo viene repentinamente stuprato da una di loro, le odiatissime Fascette Gialle. Il libro in questione è uno qualsiasi dei tanti polpettoni seriali Garzanti per pruriginose sciùre troppo snob per sporcarsi le mani con un Harmony qualunque, che Garzanti è pur sempre Garzanti! L'orrenda striscia gialla è talmente intasata di testo da risultare praticamente illeggibile. In cima, uno degli slogan più ridicoli dell'anno:

UNO STRAORDINARIO CASO EDITORIALE, UN VERO SUCCESSO SPONTANEO DOVE A COMANDARE SONO I LETTORI.
Ma davvero? E allora ditemi, se è così tanto spontaneo, a cosa serve questa fascetta? Lo capite che questa frase non ha alcun senso?

Sotto a tale capolavoro di strategia pubblicitaria, non poteva certo mancare l'Autorevole Parere del D'Orrico di turno. E infatti scopriamo subito che quello che teniamo tra le mani è “un romanzo ricco di emozioni e splendide ricette” e che “se fosse una torta, sarebbe una apple pie delicata e dolce fuori, scottante e speziata al suo interno.” Pergiove, chi sarà mai questo giovane e rampante critico letterario capace di tali accostamenti letterario-culinari (aka "culetterari")?
Benedetta Parodi (Cotto... e mangiato!).
Mica Salman Rushdie eh.