martedì 20 luglio 2010

Orrori quotidiani

Sono reduce dalla scellerata visione di quello che si candida alla palma di peggior film da me visto quest'anno: This is Darkness (Pora Mroku), produzione polacca del 2008, è un fallimento epocale, sotto ogni punto di vista.
Non so se avrò mai voglia di dedicargli più di queste 4 righe: evitatelo come la peste bubbonica, risparmierete 2 ore di vita.

Ben più interessante sembra invece Somos lo que hay, produzione messicana di quest'anno (We Are What We Are in inglese): rimasto orfano del padre, il giovane Alfredo si ritrova improvvisamente costretto a vestire i panni del capofamiglia, sulle cui spalle grava il sostentamento dei congiunti. Sostentamento più difficoltoso di quanto si possa pensare, dato che Alfredo e i suoi famigliari si nutrono esclusivamente di carne umana.

La particolarità della pellicola di Jorge Michael Grau risiede nell'approccio alla materia trattata: presa distanza dalle derive gore-splatter tipiche del genere, la lente del regista mette a fuoco la lotta per la sopravvivenza di una famiglia ripresa nella sua disperata quotidianità.
Di seguito il trailer: non sono riuscito a trovare una data d'uscita nelle sale americane, in ogni caso la Tana del Ratto terrà il film sotto stretta osservazione, anzi, sotto doppio controllo segreto (un brandello di carne umana gratis a chi becca la citazione).
Enjoy.

venerdì 16 luglio 2010

Ok, il prezzo è giusto?

Credo che la questione del prezzo di vendita sia centrale nella riflessione sull’ebook e sul suo rapporto con l’editoria cartacea. Sull’argomento ho le mie idee e convinzioni, che ho già espresso a più riprese su queste pagine.
Come sappiamo, da ieri sera lo store di Bookrepublic è online (anche se in versione poco più che “alfa”): è dunque possibile iniziare a farsi un’idea sulle politiche di prezzo applicate dagli editori italiani ai loro prodotti.
Avevo già esaminato 5-6 casi nei commenti al topic precedente ma, data l’importanza dell’argomento, credo sia più opportuno aprirne uno a parte.
Ho selezionato dunque 7 editori (perché 7? E perché no?) e, per ognuno di essi, 3 titoli (dove possibile) presenti nello store di Bookrepublic, confrontandone il prezzo con quello della rispettiva controparte cartacea.
Ecco cosa ne è emerso.


IL SAGGIATORE
  • Jonathan Lethem, Chronic City
    Cartaceo: € 17
    ebook: € 9,90
    -42% circa
  • Nassim N. Taleb, Il cigno nero
    Hardcover: € 18
    Tascabile: € 10
    ebook: € 10,90
    L’ebook costa circa il 40% in meno rispetto all’edizione hardcover, ma quasi il 10% in più rispetto al tascabile!
    Mi sembra ovvio che il confronto debba avvenire con l’edizione cartacea più economica in commercio: in questo caso, insomma, il libro stampato costa meno della sua controparte digitale!
  • Enrico Deaglio, Patria 1978-2008
    Cartaceo: € 22
    ebook: € 11,90
    -45% circa
Conclusione
Gli ebook del Saggiatore costano circa il 40% in meno delle rispettive edizioni cartacee. Rimane però il tragico caso del libro di Taleb: perché lo “sconto” viene calcolato sull’hardcover e non sul tascabile?


IPERBOREA
  • Jonathan Harstad, Che ne è stato di te Buzz Aldrin?
    Cartaceo: € 16,50
    ebook: € 9,90
    -40% circa
  • Per O. Enquist, Il libro di Blanche e Marie
    Cartaceo: € 15
    ebook: € 8,90
    -40% circa
Conclusione
Con Iperborea (che al momento ha solo due titoli in catalogo) il risparmio per il lettore si aggira intorno al 40%.


VERDENERO/EDIZIONI AMBIENTE
  • Stefania Divertito, Amianto. Storia di un serial killer
    Cartaceo: € 14
    ebook: € 11,50 € 9,90
    -18% circa -30% circa
  • Sabina Morandi, Il pozzo dei desideri
    Cartaceo: € 16
    ebook: € 13,50
    -16% circa
  • Francesco Falcioni, L’angelo della morte. Gothica
    Cartaceo: € 16
    ebook: € 13,50
    -16% circa
Conclusione
Qui si sfiora il ridicolo: invece di sfruttare la ghiottissima occasione offerta dall’ebook per accrescere visibilità e bacino d’utenza, Verdenero si tira la zappa sui piedi da sola applicando ai suoi libri digitali una riduzione di prezzo che non arriva nemmeno al 20% del prezzo di copertina del cartaceo!
Complimenti a dunque a Verdenero, che si guadagna la palma di peggior editore digitale (fin qui) dell’anno.


AGGIORNAMENTO: abo mi segnala che i prezzi degli ebook di Verdenero sono improvvisamente precipitati, assestandosi su due posizioni: €8,90 e €9,90. Ancora un po' alti, ma è comunque un buon passo avanti.

MINIMUM FAX
  • Bruno Ballardini, Gesù lava più bianco. Ovvero come la chiesa inventò il marketing
    Cartaceo: € 10
    ebook: € 4,90
    -51% circa
  • Paolo Cognetti, Manuale per ragazze di successo
    Cartaceo: € 9,50
    ebook: € 5,90
    -38% circa
  • Fabio Stassi, Holden, Lolita, Zivago e gli altri. Piccola enciclopedia dei personaggi letterari (1946-1999)
    Cartaceo: € 12,50
    ebook: € 4,90
    -61% circa
Conclusione
Con Minimum Fax la situazione è più variegata. A quanto pare, non esiste una formula fissa per calcolare il prezzo dell’ebook in rapporto a quello del libro cartaceo: la proporzione varia da titolo a titolo.
Nei casi considerati (gli unici tre libri editi da Minimum Fax presenti su Bookrepublic) il risparmio per il lettore oscilla tra un discutibile 38% e un buon 61%. Una bella differenza insomma.


IL MAESTRALE
  • Salvatore Niffoi, L'ultimo inverno
    Cartaceo: € 10
    ebook: € 5
    -50%
  • Maria Giacobbe, Chiamalo pure amore
    Cartaceo: € 15
    ebook: € 7
    -54% circa
  • Marcello Fois, Nulla
    Cartaceo: € 14
    ebook: € 6
    -57% circa
Conclusione
Gli ebook del Maestrale costano circa la metà delle rispettive edizioni cartacee, con un risparmio per il lettore che va dal 50 al 60%.
Un plauso alla scelta di abolire i ridicoli arrotondamenti al decimo di euro o, peggio ancora, al centesimo, sul prezzo finale, optando per il quello intero: finalmente un'azienda che non considera il consumatore un povero idiota.


VOLAND
  • Amelie Nothomb, Acido solforico
    Cartaceo: € 13
    ebook: € 6,50
    -50%
  • Amelie Nothomb, Cosmetica del nemico
    Cartaceo: € 11
    ebook: € 5,90
    -46% circa
  • Amelie Nothomb, Né di Eva né di Adamo
    Cartaceo: € 13
    ebook: € 6,50
    -50%
Conclusione
Sui libri della Nothomb (unica autrice della scuderia Voland presente in Bookrepublic) la casa editrice applica una riduzione di prezzo quasi fissa: -50%.


NOTTETEMPO
  • Milena Agus, La contessa di ricotta
    Cartaceo: € 13.5
    ebook: € 8
    -40% circa
  • Tongzhi, Fortunato (a cura di), Beijing story
    Cartaceo € 16
    ebook: € 8.5
    -47% circa
  • Francesco Cantaluccio, Che fine faranno i libri?
    Cartaceo: € 6
    ebook: € 3
    -50%
Conclusione
Anche Nottetempo galleggia intorno alla boa del 50% ma, nel caso della Agus, decide di succhiare al lettore circa dieci gocce di sangue in più.
Vale inoltre il discorso già fatto per Il Maestrale riguardo al prezzo intero, o quasi: il Re Ratto vi ringrazia.

mercoledì 14 luglio 2010

Editoria digitale: a che punto siamo

Domani 15 luglio, alle ore 19 in punto, non un secondo prima, non un secondo dopo, aprirà ufficialmente i battenti l'ebook store di Bookrepublic.
Al di là della scelta di festeggiare la nascita della neonata piattaforma con un “Watermelon Party”, ennesima occasione mondana tutta milanese il cui unico scopo è quello di bere a sbafo e parlarsi addosso, l'evento riveste comunque una discreta importanza nel desolato (deserto) panorama dell'editoria digitale italiana.
Se non si può considerarlo il momento zero dell'ebook in Italia (alcune piccole, ma interessanti realtà sono già sorte in questi mesi: si veda, per esempio, il singolare esperimento ipertestuale di Quintadicopertina, segnalato qualche giorno fa, tra gli altri, anche da fratello abo su MondoBalordo), trattasi comunque dell'ingresso “ufficiale” dell'editoria che conta (ma, mi raccomando, rigorosamente indipendente!) nel magico mondo dell'ebook.

Cos'è Bookrepublic? Sostanzialmente, da una parte un fornitore di servizi editoriali (conversione in ebook del patrimonio libresco degli editori aderenti al progetto), dall'altra una piattaforma di vendita: il primo, vero ebook store italiano di una certa importanza (non me ne vogliano ibs, il cui "ebook store" è ancora in fase ampiamente embrionale, Simplicissimus Book Farm, i cui unici clienti degni di nota sono, a oggi, Giunti e De Agostini, e i piccolissimi editori che smazzano in prima persona i libri digitali tramite il loro sito).

Chi sono gli editori aderenti al progetto? In ordine alfabetico: Edizioni Ambiente – Verdenero, Armando Editore, Blu Edizioni, Codice Edizioni, Edizioni E/O, Giuntina, Hacca Edizioni, Il Leone Verde, Il Maestrale, Il Saggiatore, Instar, Iperborea, ISBN Edizioni, Las Vegas, La Nuova Frontiera, MammeOnline, marcosymarcos, MinimumFax, Morellini, Nottetempo, Nutrimenti, Raffaello Cortina Editore, Selene Edizioni, Voland.

Cosa venderà in soldoni Bookrepublic? Ebook in formato epub. A quanto pare (ne sapremo di più domani alle ore 19 in punto) privi di DRM, ma “protetti” da watermarking.

Cos'è il watermarking, altrimenti conosciuto come “soft DRM”?
Cito wikipedia:
Il termine inglese watermarking si riferisce all'inclusione di informazioni all'interno di un file multimediale o di altro genere, che può essere successivamente rilevato o estratto per trarre informazioni sulla sua origine e provenienza. Per mezzo del watermark il documento è ancora accessibile, ma contrassegnato in modo permanente.
Ecco la parte che ci interessa più da vicino:
La tecnica del watermarking digitale può venire utilizzata con diversi scopi: rendere manifesto a tutti gli utenti chi sia il legittimo proprietario del documento (nel caso in cui il marchio sia visibile); dimostrare l'originalità di un documento non contraffatto; evitare la distribuzione di copie non autorizzate (come, non ne ho idea); marcare alcune caratteristiche specifiche del documento oppure segnare il percorso di vendita del documento, utilizzando un marchio differente per ciascun acquirente.

Vediamo come si pronuncia la stessa Bookrepublic a riguardo:

In che cosa consiste il servizio di personalizzazione dei file?
Bookrepublic permette all’editore di personalizzare i libri digitali attraverso l’inserimento di un codice identificativo univoco – chiamato Watermarking – attraverso il quale si garantisce il controllo sulla vita di ogni singolo ebook generato di volta in volta al momento dell’acquisto da parte del lettore.

Che cos’è il watermarking?
Il watermarking è un codice di transazione univoco, che permette di risalire all’acquirente del libro attraverso l’inserimento nello stesso di alcune sue informazioni personali (per esempio mail, nome, cognome). Il termine significa “filigrana” e il concetto è sostanzialmente lo stesso.

Quali vantaggi offre il watermarking sul controllo della diffusione del libro digitale?
Il vantaggio del watermarking è dato dalla sua natura “sociale”: a differenza dei più comuni sistemi di protezione del contenuto (DRM) che agiscono limitando il lettore nell’utilizzo del file, il watermarking scoraggia la diffusione illecita del file perché contiene anche informazioni personali sull’acquirente.

Quali sono gli strumenti a disposizione per il controllo e la supervisione della diffusione dei libri digitali?
Bookrepublic mette a disposizione dell’editore strumenti di gestione diretta per monitorare la diffusione del libro digitale in rete. Gli offre la possibilità di ottenere informazioni sulla vita del libro (come per esempio rendiconti e statistiche) e di avere maggiore trasparenza sulla diffusione dei file, generati su richiesta al momento dell’acquisto da parte del lettore.


In sostanza, insomma, trattasi dell'inclusione nell'ebook di una paginetta che riporterà la dicitura “Questo libro è di proprietà del signor Gambadilegno, residente in Viale dei Pirati numero 666, indirizzo email: sonounosporcoladro@mulo.tor”: dati, immagino, forniti dall'utente in fase di registrazione allo store.

In questo modo, se il famigerato bandito Gambadilegno oserà condividere il suo ebook tramite p2p, tutti i pirati senza scrupolo sapranno che è lui, ma proprio lui, il deprecabile spacciatore di intrattenimento digitale!
La questione relativa al controllo della diffusione dell'ebook da parte dell'editore mi è meno chiara, ma fortunatamente non dovremo aspettare molto per sviscerarne i segreti.
E, soprattutto, per sapere finalmente quanti euro dovremo sborsare per un archivio zip di pochi kilobytes.

Sull'argomento Simplicissimus Book Farm, e relativa piattaforma Stealth per la distribuzione degli ebook, sono molto meno ferrato: vi rimando pertanto al loro sito ufficiale, sul quale potrete farvi un'idea dei servizi che offrono agli editori da una parte e ai lettori dall'altra (per esempio, la vendita diretta dei più diffusi lettori di ebook).

E tutti gli altri? E i “grandi editori” insomma? Arriveranno. Col passo da bradipo che ne contraddistingue la lungimirante politica editoriale, ma arriveranno.
Il loro consorzio? Edigita è il suo nome, e questo è il sito all'avanguardia che ne diffonde il manifesto.
(Piccola ma necessaria precisazione: a differenza di Bookrepublic, edigita non è un ebookstore, ma una semplice piattaforma distributiva, sulla quale gli editori caricheranno il prodotto finale e dalla quale le varie e-librerie attingeranno per riempire i loro e-scaffali).
Il loro credo? DRM o morte!
La loro politica? Mantenere artificialmente alto il prezzo dell'ebook (col benestare/diktat degli autori ovviamente, spesso e volentieri molto più avidi dell'editore stesso) per rallentarne il più possibile la diffusione. Perché, come ammette lo stesso Stefano Mauri, presidente di GeMS, «una quota del 10% di digitale manda in crisi il libro di carta a causa dei costi fissi di quest'ultimo».
Insomma, come diceva il Duca Carraronan su Baionette Librarie qualche tempo fa (o almeno credo: in caso contrario, sono pronto a pagare dazio al Duca in persona), nel prezzo dell'ebook sarà compreso anche il costo del mantenimento della sua controparte cartacea.
Isn't it ironic?

Poi, ovviamente, c'è Mondadori.
Ma a quella, come sempre, piace scorazzare in contegnosa solitudine nei verdi pascoli di Segrate.

martedì 13 luglio 2010

Mea culpa, mea culpa, mea maxima culpa

Ancora una volta la deprecabile attitudine schizofrenica che riservo ai miei interessi mi è costata un orrendo ritardo nella pubblicazione dei contributi che avevo diligentemente programmato.
Sono per esempio in debito di non una, bensì due recensioni con McNab: se ormai per quella di L'estate di Montebuio la vedo dura (troppo tempo ormai mi separa dalla lettura dello splendido romanzo di Arona), forse sono ancora in tempo per rimediare con Alice nel paese della vaporità (che invece, decantando, mi ha dato qualche spunto in più: ma non prometto nulla per non essere nuovamente sbugiardato).
Ben più grave è però il debito con me stesso: porca zozza, perché sono così scostante?
Nel tentativo di rimediare alla meno peggio, ho rimesso mano a quelle 4 righe in croce che avevo scritto qualche settimana fa su Gli spiriti non dimenticano, biografia di Tashunka Uitko alias Cavallo Pazzo scritta da Vittorio Zucconi.
Ecco cosa ne è venuto fuori: poca roba, ma forse abbastanza per far tacere in parte la mia coscienza.


Vittorio Zucconi
Gli spiriti non dimenticano. Il mistero di Cavallo Pazzo e la tragedia dei Sioux
Oscar Storia Mondadori
pp. 382, € 11
9788804458241


6 maggio 1887: Tashunka Uitko, il temutissimo Cavallo Pazzo, leader spirituale e militare degli Oglala Sioux, giunge alla testa di ciò che rimane del suo popolo a Fort Robinson per consegnarsi spontaneamente nelle mani di Cappello Bianco, il tenente Clark. La resa di Tashunka pone fine a un confronto che, inaugurato e scandito negli anni da una serie di trattati sottoscritti e puntualmente disattesi dal Uasi'chu, l'uomo bianco, si era progressivamente inasprito, bagnando col sangue le sconfinate praterie continentali, patria millenaria dei nativi americani.

Ma chi era veramente Cavallo Pazzo, il cui nome e la cui fama cavalcavano il vento della prateria per giungere fino a Washington, alle orecchie del presidente dei neonati Stati Uniti d'America? Un sanguinario assassino o il salvatore di un popolo? Un mistico visionario o uno spietato stratega, la cui leggendaria crudeltà faceva tremare un intera nazione?
Come scrive Zucconi nell'introduzione,
nella nostra foga di demonizzare gli indiani prima, e di beatificarli poi per espiare le nostre colpe al modico prezzo di un biglietto del cinema, ci siamo dimenticati sempre di una verità tanto ovvia quanto fondamentale: che i Sioux, gli Cheyenne [...] e tutte le 500 nazioni indigene che popolavano il nordamerica prima dell'arrivo di Colombo non erano né santi, né poeti, né scotennatori, né ecologisti ante litteram, ma erano semplicemente uomini.
L'approccio dell'autore nei confronti della materia trattata è interamente votato al tentativo di restituire al lettore il respiro di un uomo e di un popolo che, nell'arco di poche decine di anni, fu costretto ad assistere impotente alla repentina disgregazione di un tessuto sociale e di un sistema spirituale indissolubilmente legati al territorio, che da sempre occupava: un territorio che gli fu sottratto con l'inganno prima, e la forza poi.
E, cosa più importante di tutte, senza scadere nella banale e trita retorica manichea del bianco cattivo contro il buon selvaggio o, al contrario, del bianco portatore di civiltà contro il sanguinario pellerossa.

Zucconi conquista con una prosa asciutta, caratterizzata da un'accurata scelta lessicale, attenta e sicura tanto nel tratteggiare caratteri e inclinazioni personali quanto nell'aprirsi a improvvise suggestioni di più ampio respiro; una scrittura appassionata e al tempo stesso misurata, spesso sorpresa dal lettore nel suo dibattersi tra una precisa volontà di documentazione e un'insopprimibile desiderio di lasciarsi conquistare da un popolo e da una cultura che esercitano un fascino indiscutibile. E dalla storia di un uomo del quale, cosa assai rara per il periodo, non esiste nemmeno una fotografia, una storia per molti aspetti ancora avvolta dal velo di mistero e segretezza che gli Oglala Sioux hanno steso sul loro leggendario condottiero.

Il risultato è un prezioso saggio che spesso e volentieri sconfina nella narrativa, puntuale ricostruzione storica e avvincente biografia, storie individuali che si fanno Storia corale.
Mi ha conquistato e ve lo consiglio sinceramente.

venerdì 2 luglio 2010

Brividume gratis

Intervistato dai tizi di Lilja's Library, sito interamente dedicato alla produzione del nostro affezionatissimo Stefano Re, ecco cosa ha dichiarato lo sceneggiatore David Kajganich (The Invasion, Blood Creek) riguardo alla futura trasposizione cinematografica di It, sulla quale sta lavorando:
In tutte le riunioni con la Warner Bros si è sempre parlato di un singolo film. La lunghezza del libro è ovviamente più adatta ad una mini-serie, ed ho ben capito perché hanno fatto così con la trasposizione di Wallace, ma penso anche che il contenuto del libro sia più adatto al cinema. Ho messo subito in chiaro le cose con la produzione, dicendo che avrei voluto scrivere una cosa per un film da R [vietato ai minori di 17 anni non accompagnati dai genitori, secondo i divieti dell’MPAA, ndr], visto che ho voluto essere schietto come il libro riguardo alle cose terribili a cui vanno incontro i protagonisti. Hanno accettato e così ho iniziato.

E ancora:
Penso che la differenza più grossa con la mini-serie sia che noi lavoriamo con 2/3 del tempo che hanno avuto gli altri. So che sembra grave, ma ciò non significa che la trama sia l’equivalente soltanto di 2/3 della storia. Sto cercando varie vie per rendere certe scene superflue approfondendo altre. Per me si tratta di un processo interessante perché ha l’effetto di intensificare tematicamente il tutto, ma può anche portare a sorprese drammatiche. Certe scene che pensavo fossero cruciali alla coerenza dell’insieme sono state eliminate, mentre altre che mi sembravano sbrigative nel libro sono diventate cruciali nella sceneggiatura.

(Thanks to Cineblog per la segnalazione)

A quanto pare, contrariamente a quanto narrato nel romanzo, gli eventi si svolgeranno tra gli anni 80 e i giorni nostri. Non ci verranno risparmiati inoltre ettolitri di sangue e una generosa dose di culi&tette.
Considerata la qualità media delle trasposizioni cinematografiche dei libri di King, l'andazzo del cinema horror americano, e le "qualità" messe in mostra da Kajganich nella stesura dello "script" di Blood Creek, nutro più di un dubbio sull'esito di un progetto del genere, di cui personalmente non sentivo la mancanza.
Voi che dite?