giovedì 25 ottobre 2007
Le conseguenze dell'amore
Ci sono grandi film e grandi film. Capolavori annunciati che irrompono nelle sale dopo mesi di teaser, trailer, articoli, anteprime, monopolizzando l'attenzione dei media senza alcun pudore; e altri che si impongono discretamente, costretti dall'ingombrante mole di ben più altisonanti produzioni (non mi riferisco ovviamente a quelle destinate al grandissimo pubblico) a percorrere strade diverse, meno battute. In silenzio. Quel silenzio che impregna il capolavoro di Paolo Sorrentino (perché di capolavoro, a mio modesto parere, si tratta) in ogni scena, in ogni singola inquadratura, un silenzio a tratti teso e inquietante, a tratti morbido e sensuale, sempre e comunque denso di significati. Poche parole davvero in "Le conseguenze dell'amore", film capace di parlare allo spettatore con uno sguardo prolungato, un inquadratura insistente, una smorfia appena accennata, un segreto che viene svelato lentamente, trascinandolo verso un finale che è inevitabile conclusione di una narrazione impeccabile (magistralmente interpretata da un Toni Servillo che in fin dei conti È questo film). E, come è giusto che sia, è il silenzio ad aprire e chiudere 100 minuti di grande cinema.
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3 commenti:
Bella recensione Re Ratto, è esattamente così, uno dei film italiani più spiazzanti e trasversali, come il titolo del resto. In questo caso vale la pena ribadire il concetto ,ormai ahimè luogo comune, che se fosse un film americano sarebbe un cult movie mondiale. Invece è solamente il solito film, si pluripremiato, ma di nicchia. Un finale straordinario.
Segnatevi anche L'amico di famiglia, vale altrettanto. Sorrentino è il miglior giovane regista (macchè scrive anche la sceneggiatura)italiano. Mettiamoci anche Crialese e Garrone dai. Ma agli oscar ci va sempre Tornatore... (con tutto il rispetto, La sconosciuta è un bel film)
adesso che ci penso devo procurarmi il primo film di Sorrentino, L'uomo in più, alcuni dicono che è addirittura il più bello
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