giovedì 11 ottobre 2007

Ancora su "Rabbia"

Qualche riga tratta dall'aletta del libro

Un critico, parlando dei libri di Palahniuk ha scritto: "Immaginate di sfregarvi gli occhi con dei vetri rotti. E poi, proprio mentre sentite le schegge trafiggervi, qualcuno vi piazza un pugno in piena faccia. Avete il naso a pezzi. Proprio come il mondo è a pezzi. Ma andate avanti lo stesso, ipnotizzati dalla lettura. E una volta rimossa la sofferenza dal viso, vi accorgete di qualcosa. Che il mondo non è a pezzi. Anzi, che ai vostri occhi risulta molto più comprensibile e chiaro di prima". I libri di Chuck sono così: dolorosi e bellissimi. Inquietanti e struggenti. Foschi e illuminanti. Crudi ma capaci ogni volta di toccare quell'angolo di anima che nemmeno vi sognavate di avere.

Poco altro da aggiungere: "Rabbia" è un concentrato di fobie, violenza (della scrittura, ma ovviamente anche della realtà... una realtà in questo caso molto particolare...) e accenti visionari di fronte al quale è impossibile rimanere indifferenti.

1 commento:

Geek ha detto...

Quanto era vero quando mi dicevate "Vedrai quando cominci a lavorare, zero tempo per vedere filmetti plus leggere plus giocare a zelda plus vedere serie plus borre...."