lunedì 7 giugno 2010

10 motivi per cui l'ebook surclassa la sua mummificata controparte cartacea



1 – Prezzo
Per quanto i colossi dell'editoria possano speculare sulla nuova tecnologia, l'ebook costerà sempre meno del corrispettivo di cellulosa (e per me la partita potrebbe già chiudersi qui: ma procediamo).

2 – Multimedialità e intertestualità
Non vi ricordate a che pagina è quel passaggio che vi ha colpito? Funzione ricerca e via. Non sapete il significato di un termine, magari in un testo in lingua inglese? Dizionario e via. Volete approfondire un argomento trattato nel testo? Wikipedia e via. Pensate alle potenzialità di un testo digitale scolastico o universitario, o di un manuale tecnico, o, meglio ancora, di una guida di viaggio! Per non parlare poi delle riviste, la cui versione digitale seppellisce il cartaceo sotto una tale mole di potenzialità multimediali da far desiderare la morte della carta stampata domani mattina.

3 – Ingombro
Non so voi, ma in casa mia non c'è più spazio fisico per i libri. Quasi tutte le pareti disponibili sono occupate da librerie e/o mensole. Più della metà dei miei fumetti è ancora rinchiusa negli scatoloni da quando ho traslocato (3 anni fa). Prossimamente i miei acquisti andranno dritti nel mio reader, liberandomi dal peso della carta come gli mp3 mi hanno salvato dall'invasione dei cd. E, a differenza di quest'ultimi, senza perdita di qualità.

4 – Piratabilità
Sìsì.

5 – Democraticità
Liberando i piccoli editori dalla pesantissima zavorra della distribuzione e degli infiniti costi a essa riconducibili, il mercato digitale è intrinsecamente più democratico rispetto a quello cartaceo. Vero, i grandi potranno investire cifre considerevoli per garantire maggiore visibilità in rete ai loro prodotti, ma tra le due cose il paragone non regge. Il piccolo editore ha solo da guadagnare dalla rivoluzione digitale e dovrebbe scrollarsi di dosso costi e vincoli imposti dalla produzione cartacea il più presto possibile.

6 – Tascabilità
Quando sono andato in Giappone mi sono portato dietro tre romanzi cartonati, che pesavano molto e occupavano gran parte del mio zaino, martoriando la mia schiena coi loro acuminatissimi angoli. Volendo la prossima volta potrei portarmi dietro tutta la Sormani.

7 – Conservazione
La carta è deteriorabile, e mantenerla "in vita" costa molto. I dati contenuti in un file no: quelli sono e (se ben difesi) quelli rimangono. Il concetto stesso di "originale" perde significato: ogni copia è perfettamente identica a tutte le altre. I vantaggi per la conservazione del partimonio letterario e culturale dell'umanità sono incommensurabili.

8 – Pigra comodità
Molto semplicemente, non dovrò più andare in libreria e assistere all'orrendo spettacolo degli scaffali traboccanti di emovampiri sessualmente repressi. Potrò scandagliare la rete in tutta calma e tranquillità alla ricerca di ciò che mi interessa e trasferirlo nel lettore con un semplice click. Semplice? Semplicissimo. Grazie! La sua soddisfazione è il nostro miglior premio!

9 – Offerta
Incomparabilmente più vasta e variegata (in prospettiva, of course). E inoltre: bye bye tempi di attesa, adios spese di spedizione!

10 – Opportunità
Finalmente il sogno di tutti gli italiani si avvererà: ognuno potrà pubblicare quell'orrendo polpettone che tiene nel cassetto da 10 anni! La qualità sarà quel che sarà, ma per lo meno la scelta sarà più ampia rispetto a quella proposta dalle librerie, schiacciate dalle logiche commerciali imposte dal mercato.


Morte al Demone Cartaceo!

Aggiornamento: nella foga del momento mi sono fatto un po' prendere la mano, specialmente riguardo al punto 7 ("Ecologia"). La situazione è ovviamente molto complessa, e ringrazio Davide ed Elvezio per i loro preziosi contributi.
Ho pertanto deciso di mettere temporaneamente da parte l'arogmento incriminato, in attesa di saperne di più.
Opero dunque una sostituzione strategica: Ecologia in panchina, Conservazione in campo.

21 commenti:

Davide Mana ha detto...

Senza intenti polemici: quella dell'ecologia continua ad essere una balla.
Meravigliosa, ma clamorosa.
La maggior parte degli editori cartacei del mondo evoluto usano ormai carta sostenibile - prodotta senza acido, con cellulosa proveniente da piantagioni ecologiche.
Un albero tagliato, due alberi piantati.

La produzione dell'e-reader è avvilente sul piano umano (utilizza infatti manodopera sottopagata in paesi "in via di sviluppo), e causa da una parte la devastazione del paesaggio per l'estrazione dei metalli necessari allo stampaggio della circuitistica, e dall'altra l'inquinamento da metalli pesanti ed esalazioni acide.
Una volta defunto, l'ereader viene "smaltito" da persone affini a quelle che lo hanno montato, creando pile di materiali non riciclabili ed ulteriore dispersione di metalli pesanti e vapori nocivi.

Ma certo, con l'ebook gli alberi ringraziano, chissenefrega se degli asiatici si beccano il cancro.

E c'è poi la questione del consumo energetico - e la produzione dell'energia per alimentare l'ebook al momento non è proprio eco-friendly (carbone? nucleare?)

L'aspetto pù interessante, comunque, è duplice, ed è legato proprio al meme dell'ebook ecologico.
È interessante perché
primo - dimostra che i ragazzi del marketing hanno imparato ad usare la crisi ambientale per vendere pattume
secondo - dimostra che la componente emotiva è tale, che anche il pubblico intelligente ed informato ci casca.

Elvezio Sciallis ha detto...

Io commento qui proprio perché non sono un esperto di ambienti e impatto.
Nel senso che non ho dati alla mano e studi fatti sulla situazione.
Mi pare che all'interno del confronto proposto da Mana siano assenti alcuni elementi ovvero, tralasciando l'elemento più vistoso (gli alberi):

- carburante usato per il trasporto fisico dei libri, sia le copie nuove che partono dalla tipografia e raggiungono i grossi magazzini per poi, a bordo di mezzi più piccoli, raggiungere le varie librerie;

- Ecoimpatto degli indispensabili magazzini di stoccaggio copie;

- Carburante usato a vari livelli per il commercio dell'usato (pacchi via aerea ecc ecc);

- Costo in termini di energia e di materiali NON CARTACEI della stampa in tipografia;

Questo per dirne solo alcuni. Ripeto eh, a scanso di equivoci: nomino queste cose proprio perché non ho idea di come vadano a bilanciarsi in una eventuale equazione, ma mi sembrano elementi da considerare alla pari dei metalli citati che rimangono ovviamente un problema.

Credo che sia presto per riuscire a comprendere quale delle due produzioni possa essere più o meno nociva (anche perché un e-reader vale moltissime copie di stampato, quindi bisognerebbe conoscere costi ambientali e moltiplicarli ecc ecc, un compito che io piuttosto mi cavo gli occhi) ma credo che presto spunteranno studi seri sull'argomento e potremo conoscere una approssimazione di verità abbastanza valida...

Condivido tutte le motivazioni del Ratto ma, come già detto in altre case, io temo sempre che arrivi qualche Strega Cattiva a sfruttare comunque il tutto...

abo ha detto...

Punto per punto:

1) Vero, se si escludono biblioteche, bancarelle dell'usato (fisiche o digitali; i libri su Amazon a meno di 3 euro sono migliaia): vedremo quanto la concorrenza riuscirà ad abbassare i prezzi degli ebook.

2) Sacrosanto, specie per i testi didattici e le riviste.

3) Vero, anche se i muri di casa coperti di libri impilati a me piacciono parecchio; 10 punti feticismo a me.

4) Ergo, la morte dell'editoria come la conosciamo. Sarà un paradiso in cui libera dalle case editrici brutte e cattive la buona letteratura (o saggistica, o quel che volete) sorgerà spontanea? Staremo a vedere, ma ad oggi questo argomento non mi convince del tutto.

5) Lo strumento per avere massima visibilità pur non essendo colossi, grazie al passaparola e ai social network, esiste già, si chiama internet. Vero che il digitale taglierà i costi e questo aiuterà i piccoli editori, ma gli stessi piccoli potrebbero già ottenere gli stessi risultati oggi, con primi capitoli in omaggio e print on demand, che azzera l'invenduto e ottimizza le spese di stampa. Il fatto che lo facciano davvero in pochi non è un buon segnale, anche in ottica ebook.

6) Indiscutibile.

7) Ho gli stessi dubbi di Mana, e mi mancano i dati come ad Elvezio. Sospendo il giudizio.

8) Vero, ma un po' demagogico. Oltre alle librerie traboccanti di emovampiri esistono anche librerie piccole e mediopiccole, di settore e non, con i gestori delle quali non mi dispiace affatto fare due chiacchiere e farmi dare qualche dritta. Insomma, non tutto è da buttare.

9) Indubbio.

10) Come al punto 4. Potremo leggere più roba, ma peggio confezionata, senza uno straccio di editing. Anche questo si può già fare. Basta pubblicare un bel pdf sul proprio blog e via. Il fatto che non siano emersi grappoli di novelli Dante dall'avvento di internet qualcosa vorrà dire, secondo me.
Per scovare la qualità, citando Elvezio, "fucile e bombole, speriamo che in caverna ci sia la cernia".
E speriamo anche di avere tanto tempo per andare a pesca.

La rivoluzione è iniziata, su questo non ci piove. Personalmente però prima di appoggiarla senza riserve aspetto ancora un pochino. Magari aspetto anche che gli ebook reader costino un po' meno.

Elvezio Sciallis ha detto...

(diobono King Rat hai un sistema di verifica parola che mi renderà orbo, miope e presbiteriano quanto prima, ho dovuto fare due refresh...)

Eh... Io le (mini)rivoluzioni le ho sempre subite e quelle maxi le ho sempre guardate con sospetto (anche perché di solito arrivano da classi mica tanto simpa), ma generano comunque ampi spazi di manovra.

Staremo a vedere, cioè, sempre se non cado cieco prima per colpa del sistema verifica di parola di Re Ratto...

Davide Mana ha detto...

Il grosso problema delle rivoluzioni è che, nelle loro fasi iniziali, sono indistinguibili dalle guerre di successione.

Ciò che distingue una rivoluzione da una guerra di successione è chi ha il controllo.
Le rivoluzioni dovrebbero cominciare dal basso, ed il controllo dovrebbe restare nelle mani della massa.
Il problema delle rivoluzioni tecnologiche è che - a meno che lòa tecnologia non sia estremamente accessibile - chi controlla il know-how può pilotare i mutamenti in corso.
Controllo di pochi = guerra di successione.

Al momento, ci sono alcuni attori che pare stiano manovrando per avere il controllo se non dell'intera rivoluzione dell'ebook, per lo meno del volume principale.
Amazon è certamente uno di questi - possiede un lettore, ha la rete di distribuzione, l'esperienza e il credito presso il pubblico, e recentemente ha forzato la mano ad autori ed editori, imponendo una propria regolamentazione dei prezzi.
Google intanto ha acquisito i diritti di digitalizzazione di una valanga di opere - ed anche Google è un'azienda, con una propria agenda.

Nessuno possiede la rete, è vero - ed i tentativi di monopolio sono finora finiti maluccio (vedi Internet Explorer), ma qui i fattori in gioco sono ancora in via di definizione, e i pescecani proprio da debacle come quella dell'HTML o del Java hanno imparato un sacco di cose.

Resto anch'io a guardare, quindi, ma presagisco tempi interessanti.

Davide Mana ha detto...

Oh, dimenticavo - riguardo alle (eccellenti) obiezioni di Elvezio.

È vero che spedire e stoccare un etext costa (teoricamente) di meno.
In compenso, produrre, stoccare e spedire un ereader costa di più.
Servono imballi extra per la spedizione, locali climatizzati per lo stoccaggio, i componenti vengono sviluppati in atmosfera controllata...

E poi c'è sempre e comunque il problema dello smaltimento dell'ereader e delle sue batterie.
Tutto posso dire dei miei libri, ma se li butto nel fuoco non sono cancerogeni.

Mettiamola così - io credo, sulla base di dati abbastanza impressionistici, che un mercato dominato dall'ebook sia, a livello di impatto ambientale, paragonabile al mercato del libro cartaceo attuale, e probabilmente superiore, tutto considerato, se paragonato ad un mercato dominato dal print-on-demand.

L'impatto, vorrei sottolineare, non si calcola in base a quanto pattume si genera con un processo, ma con quanto è velenoso/pervasivo quel pattume.
È per questo che non esistono più i termometri a mercurio.
Le automobili buttano fuori molte più schifezze - ma in proporzione i termometri al mercurio facevano più danni, più gravi e più a lungo.

Alla fine sai dov'è che si gioca la partita? Sul consumo di acqua per produrre la carta contro la dispersione di metalli pesanti per la circuitistica.
Tutto il resto è più o meno in pareggio.
E credo che la carta ne esca meglio, anche se solo per una frazione - perché negli ultimi vent'anni la produzione ha dovuto diventare ecologica. Nessuno ha ancora regolamentato i metalli in elettronica.

L'elettronica - anche il PC su cui sto scrivendo - è una fonte di inquinanti e consuma energia più di qualsiasi tecnologia precedente.
Anche perché le vecchie tecnologie si sono raffinate e si sono ingentilite nel loro impatto.

Inoltre, un fattore che esiste per l'ereader ma non per il libro è la "in-built obsolescence".
Posso leggere i libri che ho comperato vent'anni or sono, ma nei prossimi vent'anni, cambierò almeno sette ereader.

Elvezio Sciallis ha detto...

Ecco perché mi piace parlare con Mana...

Aggiungiamo questo quindi: dipende anche da chi compra.

Se l'e-reader lo compro io, che dai primi 90 ad adesso ho cambiato pc solo due volte e ho ancora il primo nokia acquistato e che leggo moltissimi volumi l'anno, allora ha un impatto ambientale probabilmente positivo.

Se l'e-reader lo compra chi cambia un telefonino a stagione e in casa ha solo due libri ogni anno (uno di totti e l'ultimo thriller di grido) allora l'impatto è con ogni probabilità negativo...

Re Ratto ha detto...

Ehehehe, sapevo che mi sarei attirato addosso le ire del Mana col discorso ecologia... :-)
Che dire Davide, non ho i dati necessari per controbattere le tue argomentazioni, come avrete intuito la mia era più una sensazione a pelle che una convinzione: l'idea che, alla fine della fiera, la produzione di eraeders inquini più di tutta la filiera produttiva cartacea (e con e non penso solo ai libri, ma a quotidiani, periodici ecc.) mi fa strano, ma le tue obiezioni sono cosa buona e giusta. Mi piacerebbe approfondire l'argomento, spero che qualcuno prima o poi si prenda la briga di studiare la situazione da tutte le angolazioni possibili.

@Elvezio: la Strega Cattiva è nel castello che rimesta la sbobba nel lurido pentolone, e i suoi piani di conquista digitale sono ben delineati. Ciononostante resto fiducioso, il mercato ha un potenziale enorme, non solo dal punto di vista economico. Io ci credo insomma.
Riguardo al sistema di verifica, è quello scelto di default da Blogger, vedrò se posso fare qualcosa!

@abo: ovviamente mi diverto un po' a provocare, sai che amo la fisicità del libro e che anch'io adoro vederlo affollare la mia casetta, ma davvero, non ho proprio più spazio!
Il problema della qualità del materiale autoprodotto o quasi è importante: ciononostante, continuo a vedere l'ebook come un'occasione per tutti gli scrittori la cui opera, per esempio, è stata rifiutata in quanto appartenente a generi che non hanno mercato, o che comunque non va incontro ai gusti del grande pubblico. Magari erano ottimi romanzi, ma con un pubblico molto limitato: chi si prenderebbe mai la briga, per fare un esempio a caso, di pubblicare un romanzo steampunk, anche se magari scritto molto bene?
Oppure ripenso alla discussione avuta qualche mese fa con Jacopo di Marsilio riguardo a Baer.
Insomma, ci sarà molta più merda, ma credo che saremo in grado di spalarla per fare spazio alle buone letture.

Il grande marziano ha detto...

I motivi che adduci a sostegno dell'ebook sono validi. Ma, senza entrare nel merito delle questioni ecologiche che, come hanno già sviscerato Elvezio e Davide, sono comunque non facili da valutare, aggiungo un solo punto che io vedo a sfavore dell'ebook.

Trovo tremendamente fastidioso il pensiero di dover aver bisogno di una presa di corrente per poter leggere un libro.

Un mondo in grave crisi energetica o addirittura privo di elettricità (alla The Road per intendersi), sarebbe anche privato della cultura. Ecco, questo non riesco ad accettarlo.

Re Ratto ha detto...

Post aggiornato.

@Il grande marziano: beh, in fin dei conti non si può leggere un libro cartaceo al buio, quindi la corrente serve comunque! :-)

Davide Mana ha detto...

OK, OK, lasciamo stare l'ecologia.
Perché prendersela con Kindle quando c'è la BP? :-P

C'è invece una cosa che riguarda il punto otto che mi turba dalla notte passata (eh, sì, cari ragazzi, i turbamenti della mezza età non sono quelli della giovinezza).
A turbarmi (dai, diamo un po' di munizioni ad Elvezio) è quella degli scaffali stracolmi di emovampiri repressi che, surfando via Kindle, saresti in grado di evitare.

La ragione del mio turbamento nasce da quanto segue - è noto che Amazon può entrare nel tuo Kindle e rimaneggiare i libri che hai in memoria.
Tipo toglierti un certo titolo e lasciarti al suo posto un buono di valore equivalente.
È già successo.
Sta succedendo.
Il che significa, naturalmente, che... ok, non diciamo Amazon... diciamo il detentore della piattaforma più diffusa, avrà il potere di alterare i contenuti della tua biblioteca.

E infestarti di spam.
Riempirti di capitoli di prova sull'ultimo emopolpettone vampirico-adolescenziale, sulla bio dell'ultima reginetta dei reality, il nuovo libro di Totti...
Stramazzarti di book-trailer.
Intossicarti di buoni sconto.

Perché?
Perché può.

Così come, con l'implementazione di un paio di semplici programmini, potrebbe trovare e cancellare i testi piratati di cui al punto quattro.

Solo un'idea, eh...

Davide Mana ha detto...

Candele.

Il grande marziano ha detto...

@Re Ratto: sai bene che non è vero. Il Sole, un fuoco nel bosco... chi desidera leggere può farcela anche con la Luna piena, purché non sia un vampiro, ovviamente.

@Davide: anche, ma come per la corrente bisogna averle.
;-)

Davide Mana ha detto...

Beh, a questo punto bisogna avere anche i libri... ;-)

In effetti, nella mia esperienza, la maggior parte di quelli che non leggono non lo fanno per mancanza di corrente o di candele, ma proprio perché non hanno libri, e non vedono per quale motivo dovrebbero averne.
Però chissà, visto che l'ereader è molto cool, potrebbero cominciare a comprarne.
O a scaricarne gratis.
Quanto poi a leggerli...

Il grande marziano ha detto...

@Davide: ecco, in effetti il rapporto tra e-reader e lettore millantante è interessante.

L'e-reader è davvero cool e penso faccia sentire molto intellettuali geek, ma da questo punto di vista ha una grave controindicazione. Non ti ci puoi tappezzare la casa con dorsi di pregio (come quelle edizioni che vendevano in edicola) per impressionare gli amici.

Sì, certo, puoi dire "guarda qui", e squadernare tutto Dostoevskij in tre microsecondi, però non so se è la stessa cosa.

E comunque quelli che non leggono non si compreranno mai un e-reader vero, si compreranno l'iPad andando in giro dicendo di essersi comprati un e-reader e magari essendone anche convinti.

Unknown ha detto...

A me dell'ecologia frega poco (oh, odiatemi, ma lo dico senza giri di parole), quindi mi bastano gli altri nove punti che elenchi per urlare "viva gli ebook!".
Ora devono solo calare i prezzi dei reader, poi il gioco è fatto!

Davide Mana ha detto...

Ah, ingenuo (seppur Grande) Marziano!
Ti dimentichi l'applicazioncina che ti permette di visualizzare sullo schermino lo scaffalino con tutti i thumbnail delle copertine degli ebookini.

E poi le circostanze sociali sono diverse.
La scaffalata con tutto Dickens rilegato in pelle ce l'hai a casa - dove per andar bene dovresti anche avere la poltrona Chippendale, il caminetto, la pelle di tigre, la supermodella che ti porta il brandy e poi ti si accoccola ai piedi mentre tu sfogli Great Expectations (...)
L'ebook è coolness on the road.
Puoi tirarlo fuori e sbandierarlo in pausa pranzo, sul treno, in spiaggia.
E fra tre mesi, quando esce quello nuovo, lo cambi.
Sennò sei out.
Come capita col cellulare.

E se ti pare un turnover improbabile, visti i costi etc etc etc...
Se quando uscirono i primi cellulari a qualcuno avessero detto che in capo a qualche anno
a . li avrebbero avuti anche i bambini alle lementari
b . la gente li avrebbe cambiati con cadenza media semestrale
i ragazzi alla Motorola ed alla Nokia sarebbe morti dal ridere.

Non sottovalutare il potere dell'hype.

Elvezio Sciallis ha detto...

Non so se quelli che usano gli e-reader lo facciano nelle maniere e con gli intenti descritti.
Io non lo faccio in quel modo, non lo fanno così alcune persone che conosco e non lo fanno così nemmeno gli sconosciuti che incrocio in giro per Milano.

E non mi pare che il Kindle sia il lettore per elezione, io non mi ci avvicinerei mai nemmeno pagato, proprio per alcuni dei motivi descritti da Mana (e per altri ancora).

Ma, di nuovo, non so.
E così come per informarmi su x argomento cerco da chi quell'argomento lo frequenta ogni giorno invece di basarmi su opinioni di tuttologi, ecco che faccio lo stesso sull'e-reader.

Ne ho provati alcuni, sono rimasto impressionato.
E Baionette Librarie spara cifre, test, dati e tante altre cose che per me è sempre un piacere leggere.
Essendo lui persona che mi pare più informata della media, per ora mi affido a lui e ai link che propone, buona parte dei quali molto distanti e critici verso certe idee imperanti in molti che parlano di e-book(nelle fazioni pro e contro eh, è quello che me lo fa seguire, sia chiaro).

Il mio e-book reader non sarà collegato alla Rete, tanto per dirne una.
Scaricherò dal pc fisso e poi trasporterò sul reader.
A me il reader serve solo per leggere. Sono molto contento delle sue mille funzionalità, ma a me serve solo per leggere.
Però, lo so, non sono certo un user rappresentativo eh...

E determinati "programmini", comunque, nascono sempre ovunque, in ognuna delle parti in causa...

Re Ratto ha detto...

@ Davide: quel che dici di Amazon è vero, però è, appunto, una cosa limitata ad Amazon. Per quanto mi riguarda Kindle è una gigantesca truffa, non lo considero proprio. Quel che carico nel mio reader Bookeen è affar mio, oltretutto non è connesso alla rete, quindi mi sa tanto che o mi si fonde il lettore, o cancello io gli ebook a mano, oppure lì sono e lì rimangono!

Per quanto riguarda il discorso coolness ecc... sinceramente non me ne importa granché, quel che mi interessa è il mercato degli ebook, non dei reader. Tifo ebook per tutti i motivi elencati nel post, e per altri ancora, e ho intenzione di passare al 100% digitale non appena sarà possibile.
E poi l'iPad me lo son comprato pure io, ma per altri motivi (però ci leggo pure, epub e pdf, molto meglio di quanto si possa pensare), quindi in quanto a coolness e hype è meglio se me ne sto zitto, che mamma Apple fra un po' mi manda una targa d'oro a casa (a forma di mela, of course!) :-)

Il Gorilla ha detto...

Mamma mia 'sto Ratto fa una figura da Macaco. Avrà mica un ipadc?

Anonimo ha detto...

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