lunedì 4 gennaio 2010

In Giappone

I semafori pedonali parlano.
Le poste sono aperte anche di domenica.
E' possibile salire su un numero n di treni in una giornata, con massimo 10 minuti di tempo per passare da uno all'altro, e non perdere nemmeno una coincidenza.
Quando il controllore entra/esce da un vagone, si inchina e saluta sia in ingresso sia in uscita. Sempre.
Se non ti piace la soia sei fottuto.
Le tavolette del water sono spesso e volentieri riscaldate. C'è da chiedersi perché non lo siano per legge, in tutto il resto del pianeta.
I bagni pubblici sono spesso e volentieri molto più puliti di quello di casa tua.
Non esistono i bar (per lo meno, non come li intendiamo noi).
I minimarket sono a ogni angolo, sono aperti 24 ore su 24 e vendono di tutto, dai bento ai biglietti per i musei ai manga.
Esistono luoghi (manga kissa) in cui si entra, si ordina una consumazione e si ha diritto a occupare una stanza/cabina privata in cui leggere manga a profusione. In codeste cabine è possibile perfino dormire, in caso si perda l'ultimo treno per tornare a casa.
I distributori automatici sono ovunque.
Nessuno salta la fila.
Tutti cercano di aiutarti, nessuno cerca di fotterti.
Nessuno ti importuna.
I dolci sono generalmente immangiabili.
Ogni bambino ha un Nintendo DS/Sony PSP/entrambi.
Super Mario e Hello Kitty sono ovunque.
Tutte le ragazze indossano gonna/gonnellina/minogonna. Giuro che in 10 giorni ne avrò viste tre in tutto con i jeans.
Tutto ciò che vi raccontano i manga è vero (no, Mazinga e Daitarn 3 non esistono. Anche se non ci giurerei).
Ogni volta che entrate in un esercizio commerciale qualunque, tutte le persone che ci lavorano interrompono per un secondo le loro attività per accogliervi con un caloroso "Irasshaimaseeeeeeeee" (benvenuto).
Il sushi si scioglie in bocca.
Tutti mangiano, a qualsiasi ora del giorno. Alcune tavole calde sono aperte 24 ore su 24.
Si guida a sinistra, si cammina a sinistra, si sale le scale a sinistra.
Le sale giochi sono universi paralleli.
Final Fantasy conta più dell'imperatore.

(to be continued)

10 commenti:

Shen ha detto...

Figata.

Geek ha detto...

tutto parla o emette almeno un suono

Geek ha detto...

quando si torna dal Giappone il giorno dopo si ha immediatamente voglia di tornarci prima o poi, meglio prima. I'm warning you: dopo 20 giorni di perfezione l'Italia vi sembrerà un luogo dove tutto accade per caso e niente ha logica.

Re Ratto ha detto...

Ti dirò, da quando vivo a Milano provo quella sensazione ogni mattina, appena esco di casa...
Oggi siamo stati al Manga International Museum, bellì, se riuscissi a capire anche solo una parola su dieci di giapponese probabilmente ci passerei una settimana consecutiva.
Domani gita al castello di Himeji-jo, un'ora e rotti di shinkansen, ma pare che ne valga la pena.
Dopodomani Hiroshima.
Ciao rattacci, al prossimo aggiornamento.

Geek ha detto...

Ne vale, ne vale, non fatevi sfuggire l'opportunità di visitare i giardini sotto il castello sulla sinistra, solito stile ma forse il più suggestivo che abbia mai visto, ogni foto un wallpapaer. Fuori dal castello la Lonely indicava un ristorante con gli udon fatti in casa, cercatelo e provatelo!
Quello che mi aveva colpito maggiormente del Manga International Museum era la quantità di ragazze che consultavano i manga esposti, la maggioranza! Buona continuazione coniugi ratto, assaporate ogni istante

Geek ha detto...

ultima cosa: avete fatto Fushimi Inari a Kyoto, i mille mila torii rossi?

Re Ratto ha detto...

Grazie delle dritte. I millemila torii li abbiamo lisciati, vediamo se riusciamo a farli prima di partire per Hiroshima, ma la vedo dura.

Geek ha detto...

nooooooo i templi a est sono un MUST!

Geek ha detto...

anzi Fushimi Inari, se la memoria non mi inganna, è a sud e, a differenza dei templi a est, è raggiungibile facilmente in metro dalla stazione. Invece il Padiglione d'oro a nord era uno sbattimento di bus. Però sono entrambi i simboli di Kyoto pazzi!

Re Ratto ha detto...

Il Padiglione d'oro è stata la prima cosa che abbiamo visto qui a Kyoto!