mercoledì 7 novembre 2007

Cruc Attack

È sempre la solita storia: al rientro in Italia dopo una vacanza o una scampagnata di qualche giorno nel centro/nord Europa vengo puntualmente assalito da una serie di interrogativi che mi lasciano alquanto perplesso riguardo agli usi e costumi sociali del nostro amato Paese. Durante una gita fuori porta si tende ovviamente a concentrare la propria attenzione sugli aspetti più smaccatamente positivi dei luoghi visitati, non avendo il tempo materiale per approfondire questioni e dinamiche più complesse che regolano i rapporti sociali ed economici del luogo in questione. Ma alcune cose sono talmente palesi e spudoratamente in vista da non poter essere oggetto di alcun fraintendimento interpretativo.
Monaco di Baviera è una metropoli di 1,3 milioni di abitanti, circa come Milano, 4 volte la popolazione di Verona. Ma a Monaco di Baviera il traffico non esiste: la gente si sposta a piedi, in bicicletta e nella stragrande maggioranza sfruttando una rete di trasporti pubblici pressoché perfetta. I mezzi di superficie sono in funzione 24 ore su 24, la metropolitana è pulita, puntuale e copre tutta l’area urbana. A confronto la metro di Milano è una discarica.
Erano giorni di festa anche per i tedeschi, la città era piuttosto affollata. Tanta gente, tanto cibo consumato, infinita birra tracannata: dov’erano le cartacce per terra? I bicchieri rotti? La gente che piscia dietro gli angoli?
Si arriva in stazione e si trova subito un gigantesco pannello pieno di schede cartacee ordinate per destinazione: peschi quella che si riferisce al luogo in cui devi andare, ed eccoli lì gli orari di tutti i treni che vi si dirigono, con segnate le principali coincidenze. Si sale in treno, e non appena questo parte il personale di bordo consegna a ogni scompartimento un depliant esplicativo del viaggio, con tappe intermedie, orari, coincidenze e informazioni varie. Vogliamo parlare delle condizioni della rete ferroviaria italiana?
Alla birreria Augustiner siamo stati palesemente discriminati: eravamo costretti a pagare ogni giro di birre al momento della consegna invece che un conto unico a fine cena. Il cameriere (che era a prescindere un figlio di puttana) ci ha spiegato che era una regola imposta dal direttore, perché “è successo altre volte che gli italiani bevevano e se ne andavano senza pagare”. Sul momento mi sono indignato e, se non fosse stato per quel meraviglioso boccale ricolmo di ambrosia che aspettava solo di essere svuotato dal sottoscritto, mi sarei alzato e me ne sarei andato da un’altra parte. Ora penso che quell’odioso direttore aveva ragione.
Io a Monaco di Baviera mi trasferirei domattina: mi mancherebbero il cibo italiano (ma me lo cucinerei a casa), il caffè italiano a 90 centesimi (lì costa 2 euro), il vino, l’Inter. Non so se mi mancherebbe l’italian way of life.

10 commenti:

Anonimo ha detto...

X restare in tema bavarese...Sabto sera ore 9 alla KB di via marconi VC, cena x festeggiare il compleanno dello Shen e la partenza di Zesh per l'Austraglia...

Geek ha detto...

Fidati che dopo un annetto torneresti a calzari alati. GK

Geek ha detto...

e fidati che Verona è molto vicina alla vivibilità di Monaco. L'odiato sindaco sceriffo vuole proprio che la città abbia esattamente le caratteristiche da te descritte nel post

Re Ratto ha detto...

Conoscendomi, non credo proprio.
E non è una questione di sindaci/sceriffi, ma di mentalità. Quella in Italia non riuscirebbe a farla cambiare nemmeno Gandhi.
Per quanto riguarda Verona sai come la penso: è una città morta. Molto più facile che sia pulita e ordinata una città di 300mila abitanti rispetto a una di 1 milione e mezzo: peccato che in molti altri paesi riescano a funzionare anche metropoli vive e affollate che offrono ben di più che una piazza dove bere aperitivi e due pub in cui sbronzarsi.

Geek ha detto...

si beh è chiaro che si tratta di mentalità, ma allora la mentalità tedesca ti sembra una mentalità facile da sopportare? Meglio stare in una città media abbastanza vivibile italiana (la decima per grandezza e popolazione) o in una metropoli vivibilissima ma tedesca con i crucchi? Qui si parla di gusti ovviamente ma se rispondi la seconda allora vuol dire che sei cambiato molto più di quello che sembra.

Geek ha detto...

i problemi del nostro paese sono altri e più gravi, li conosciamo tutti e non sono esattamente quelli da te citati tipo cartacce, traffico e vivibilità: riguardano il lavoro, il costo della vita ecc, allora forse per quello converrebbe andarsene, ma io voglio vivere bene nel mio paese

Re Ratto ha detto...

Beh ovvio che ho parlato di piccole cose (che comunque influiscono assai sulla qualità media di vita), se parliamo di politiche lavorative e sociali allora è ancora peggio, qui sì che siam veramente messi male.
Io voglio vivere bene e basta. Che sia in Italia, in Olanda, in Germania o in Danimarca, sinceramente poco mi cambia. Anzi, penso che vivere e lavorare all'estero potrebbe solo arricchirmi

Geek ha detto...

si certo può arricchire senza dubbio ma per un po',un anno o due, poi ci scommetto torneremmo tutti quanti in Italietta.

Anonimo ha detto...

ma chi te lo fa fare di rimanere in italia????parti volans.......in italia ci puoi sempre tornare nei week end.....un emigrato fico a manetta....

Re Ratto ha detto...

Ovviamente lascerei l'Italia solo se ci fosse qualche seria possibilità di lavoro, non di certo per andare a fare il cazzone. In tal caso, se dovessi ambientarmi bene e trovare la mia dimensione, non vedo proprio perché dovrei buttar via tutto e tornare indietro