venerdì 23 novembre 2007
Da sopravvalutare: Slowdive - Souvlaki
Anche se, come sapete, non sono proprio un simpatizzante dei sottogeneri musicali, devo ammettere che alcuni gruppi hanno saputo creare delle correnti melodiche e stilistiche così particolari da indurre giocoforza i giornalisti a sbizzarrirsi con definizioni ed etichette. Questo è il caso dei malcagati Slowdive, poi divenuti Mojave 3 (mosci), creatori, a pari dei molto più illustri e di poco precedenti colleghi My Bloody Valentine e Jesus and Mary Chain, dello Shoegaze, particolare sotto genere del post-rock (non capirò mai) il cui nome deriva dal fatto che i chitarristi di questi gruppi avevano tutti l'abitudine di suonare col capo chino non per posa ma per controllare la sterminata serie di pedali ed effetti con i quali modificavano il suono tradizionale della chitarra elettrica rendendolo tipicamente distorto e onirico. Il movimento, sviluppatosi in Inghilterra verso la metà degli anni 80 e proseguito per un decennio, è anche influenzato dai Cure di Disintegration e anche secondo me dai Sonic Youth di Daydream nation. Questo dischetto è il loro secondo (1993) ed è un capolavoro assoluto (forse più del primo "Just For A Day"): fatto di atmosfere rarefatte e sognanti, è eseguito e mixato divinamente. A mio carismatico parere però lo Shoegaze deriva da lontano, precisamente da NYC e da casa Reed: Velvet Underground - White Light White Heat. Must Have.
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5 commenti:
Mai sentiti nominare, non ho capito bene di che periodo è sto disco
stavo modificando infatti.. 1993
ah, i meravigliosi anni 90!
in effetti suonano molto ottanta, però si i grandi ani 90, non sono fatti solo di Seattle e Usa evidentemente
scaricherò...ascolterò...
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