L’altro ieri, sabato 6 marzo, ho fatto una brutta cosa: ho abbandonato un romanzo a meno di 100 pagine dalla conclusione.
E il romanzo in questione non è un libretto qualunque: trattasi del Neuromante di William Gibson, sul quale non credo ci sia bisogno di raccontare granché.
L’ho abbandonato perché non gli ho dedicato l’attenzione che merita, diluendo una distratta lettura in troppo tempo, col risultato di ritrovarmi alla disperata ricerca di un appiglio di senso che mi sfugge pagina dopo pagina, alla stessa velocità delle allucinate incursioni di Case nel cyberspazio.
Se aggiungiamo il fatto che Gibson non si fa esattamente in quattro per mettere il lettore a suo agio...
Così non va bene, ripongo il volume nella libreria (virtuale) e lascio passare qualche altra lettura.
Tornerò presto alla carica, con tutt’altro atteggiamento.
8 commenti:
Nuoooooooo!
Sai già che non lo rileggerai mai.
Lo leggerò, è una solenne promessa.
Se non è il momento non è il momento...
Una delle cose più folli (e lo ammetto, a tratti incomprensibili) che ho letto nella mia vita. Concordo comunque: o lo leggi, con attenzione, tutto d'un fiato, o davvero non capisci una cippa.
Ovviamente già da tempo quasi completamente rimosso. Come tutto quello che ho letto nella mia vita.
zesh
Ahaha maledetto morbo della rimozione!
Bentornato Zesh, è sempre un piacere vederti infilare il muso nella Tana di tanto in tanto.
pensa a chi lo ha letto nel 1984...
Preferisco non pensarci, già ho mal di testa...
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