Perché gli incipit mi affascinano e spesso dicono molto su ciò che aspetta l'incauto lettore: possono prenderlo per mano e condurlo docilmente verso luoghi inesplorati e meravigliosi, o scaraventarlo senza preavviso nel vivo dell'azione, possono spaventarlo, affascinarlo, inorridirlo.
L'incipit è importante, batte il primo colpo, scandisce il ritmo; ci mostra quali occhi prenderemo a prestito per vedere, ci svela narratore e punto di vista.
Eccone due ai quali sono particolarmente affezionato:
The Man in Black fled across the desert and the Gunslinger followed.
The sky above the port was the color of the television, tuned to a dead channel.Perfetti.
4 commenti:
Beh ma è come sparare sulla crocerossa con due incipit così!
Sono di quelli che, bellezza a parte, disegnano un'immagine così vivida che non la scordi finché campi. Quel televisore poi...
TI aggiungo un:
Nyarlathotep... the crawling chaos... I am the last... I will tell the audient void...
Eh be' Ratto, Neuromante di è proprio entrato dentro, non è la prima volta che lo citi:-)
Be', sì, diciamo che con questi due incipit sono andato sul sicuro... Sarebbe interessante raccogliere gli incipit che ci hanno più colpito, chissà cosa verrebbe fuori. Sai Ferruccio, una cosa tipo i tuoi concorsi, ma senza premio! :-)
Magari quando torno da NY.
@Matteo: I am writing this under an appreciable mental strain, since by tonight I shall be no more.
noooo Dagon... quella bestia, l'obelisco... se continui così ricomincio a leggere lovecraft e non devo! non devo!
Posta un commento