Autore: Brian Keene
Titolo: Urban Gothic
Editore: Leisure Books
Pagine: 302
Prezzo: $ 7.99
Isbn: 9780843960907
Siete in macchina, di ritorno da un concerto hip-hop che vi ha parecchio esaltato. Siete in sei, e quello al volante decide di fare una piccola deviazione nei sobborghi per recuperare un po' di ganja dal pusher di fiducia. Ma i sobborghi non li conoscete bene, vi perdete in un quartiere in cui nessuno vorrebbe perdersi e, peggio ancora, rompete l’auto. Un gruppo di ragazzini di colore si avvicina. Pensate che, nel migliore dei casi, vogliano rubarvi macchina e soldi. Dopo qualche rapido scambio di battute, non esattamente cordiali, ve la date a gambe. Vi rifugiate in una casa apparentemente abbandonata, sull'altro lato della strada. Vi nascondete. Peccato che non riusciate a nascondervi altrettanto bene dai mutanti cannibali che infestano la dimora. Benvenuti nel circo degli orrori.
Urban Gothic è il mio primo romanzo dichiaratamente horror/splatter. Sarà perché in Italia è un genere non esattamente presente sugli scaffali delle librerie, sarà perché (chissà perché poi) ho sempre associato il genere allo schermo più che alla carta stampata. Di conseguenza non ho idea di quale sia il livello medio della letteratura horror (ovviamente stiamo parlando dell'horror vero, non degli pseudo harmony vampireschi per adolescenti arrapati che, al contrario, scalano senza ritegno le classifiche di vendita) dei giorni nostri, e nemmeno avevo idea di chi fosse il signor Brian Keene. A questo punto direi che mi toccherà leggere qualcos’altro, sempre che riesca a trovare il coraggio di trattenere il fiato per altre 300 pagine.
Dire che Keene va dritto al sodo è usare un eufemismo. Dopo qualche breve capitolo introduttivo, utile più che altro a definire ruoli e dinamiche di gruppo tra i sei poveracci di turno, ecco che ci viene sbatuto in faccia senza troppi fronzoli tutto ciò che accompagnerà i i passi dei ragazzi (e i nostri, of course) all’interno della decrepita magione: un orrendo gigante con il vezzo di “violentare” qualche cranio da lui stesso sfondato con l’ausilio di una smisurata mazza (in entrambi i sensi), un sadico essere che ama scuoiare le sue vittime per poi indossarne la pelle, un branco di cuccioli (definirli “neonati” sarebbe piuttosto arduo) deformi che strisciano lungo le pareti dei tunnel sotterranei in attesa della prossima preda.
Niente di particolarmente originale, ve lo concedo: Keene preferisce giocare sul sicuro, rimestando senza pietà nel calderone dei vari Facciadicuoio & Co. Ma, proprio quando il meccanismo del già visto sta per innestarsi, ecco che interviene l’elemento dissonante, il tocco di originalità che, pur nell’assoluto rispetto dei canoni di genere, eleva il romanzo al di sopra della squallida media.
Gran parte del merito va anche a una prosa potente, diretta e completamente priva di filtri o inutili orpelli stilistici: pochi (ma sensati) i dialoghi, tantissima (e di ottima fattura) l’azione, con una predilezione per le scene al buio che rivela l’ottima capacità di Keene di mantenere alta la tensione giocando sulle sensazioni uditive e tattili più che su quelle visive (che comunque, ve lo assicuro, hanno un ruolo a dir poco fondamentale… leggere per credere, sempre che abbiate lo stomaco abbastanza forte per sopportare!).
A spezzare il ritmo (a tratti veramente sfiancante) della narrazione intervengono le sequenze esterne, che la arricchiscono con alcuni spunti di riflessione sociale (ripresi e deformati anche all’interno della micro-società mutante) che non brilleranno forse per originalità, ma che fanno comunque la loro sporco lavoro, regalandoci per lo meno un attimo di tregua prima del prossimo massacro.
Scontato e deludente invece il finale, dal quale, viste le premesse, mi sarei aspettato sicuramente qualcosa in più.
Voto: 3/5
Link utili
Il sito ufficiale di Brian Keene
I suoi libri su ibs
L'approfondimento dedicato all'autore su Malpertuis e la recensione di Urban Gothic by Elvezio Sciallis.
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