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In questi ultimi due giorni abbiamo cercato di "assaggiare" la capitale in lungo e in largo, sia letteralmente, sia da un punto di vista turistico un po' mordi e fuggi. E così, ieri mattina siamo finiti a Shibuya, dove, superato lo shock (e il godimento) di attraversare lo Shibuya Crossing (forse l'incrocio pedonale più famoso al mondo) e dopo aver gironzolato senza meta tra le vie del quartiere più "ggiovane" e trendy della città, abbiamo proseguito verso Harakuju per goderci lo spettacolo domenicale delle cosplay zoku in tutto il loro splendore.
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Ci siamo poi accodati a una discreta fiumana di gente, lasciandoci trascinare verso Meiji-Jingu, il tempio buddhista più vasto e importante della città. Ne è valsa decisamente la pena, quantomeno per trovare un po' di riparo dalla caotica quotidianità prodotta da 30 milioni di persone che vivono nello stesso luogo.
Stamattina sveglia ore 6 per arrivare il più presto possibile allo Tsukiji Fish Market, il principale mercato ittico di tutto il Giappone. Nonostante l'alzataccia non siamo riusciti ad assistere alle aste, che purtroppo erano già concluse, in compenso abbiamo trascorso un paio d'ore immersi nella brulicante vita mattutina del mercato.
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Nel pomeriggio, l'elegante Ginza (il Sony Building, con la sua esposizione di strambi prototipi e televisori 3D di futura generazione, è tappa pressoché obbligata) e la delirante Akihabara, dove persino i cavi, cavi elettrici di ogni tipo, forma e dimensione, hanno negozi interamente dedicati. Il paradiso dell'elettronica e dell'otaku, tra pareti e pareti di action figures e ciclopici centri commerciali dell'high-tech a otto piani. Qui son tutti pazzi, sul serio.
Sayonara rattacci, il prossimo aggiornamento in un futuro prossimo: temo che nell'ostello a Nikko la connessione internet in stanza sarà pura utopia. E forse pure quella giù in sala.